Grazie Frank

I compleanni che ogni tanto balzano all’occhio surfando su internet servono a ricordarsi e focalizzare meglio i personaggi che hanno fatto la storia, un qualsiasi tipo di storia. Come quando finisci di scrivere una frase, guardi un po indietro e metti i punti sulle i per fissare meglio ciò che hai scritto. Precisamente 73 anni fa nasceva Frank Zappa, a Baltimora, da genitori Italo-statunitensi e credo non avrebbero mai immaginato quale stravagante personaggio sarebbe diventato in futuro.

Frank Zappa

Ho scoperto Zappa con “Freak out” e all’inizio ho dovuto moltiplicare gli ascolti per capire veramente cosa stavo sentendo. Con un bagaglio rock classico già piuttosto ampio sentivo di trovarmi di fronte a qualcosa di diverso e non ho potuto fare altro che continuare ad ascoltare. “Absolutely free“, “We’re Only in It for the Money“, “Burnt weeny sandwich“, sono alcuni degli album che hanno accompagnato i miei primi anni zappiani. Ho ascoltato a volumi impossibili le ossessive note di “The mud shark” contenuto in “Fillmore East – June 1971” e seguito i lunghi dialoghi dello stesso album senza mai pensare ad un contenuto ignobile e inutile. Anzi spesso le cadenze delle parole e i ritmi con cui venivano scandite erano esse stesse musica. Così è stato per “200 Motels” in cui l’accostamento con la musica classica moderna mi ha fornito della giusta dose di curiosità verso generi a prima vista incoerenti ma che, se “assorbiti” con un ascolto approfondito e continuativo regalano un nuovo modo di percepire i suoni. Capolavoro zappiano assoluto a mio giudizio, “Hot rats” in cui il rock e il jazz si fondono in un perfetto insieme; ascoltatevi “Little umbrellas” e “The gumbo variations” non ve ne pentirete. Zappa è semplicemente un geniale compositore.

Con Zappa non si torna indietro.

In quegli anni credo di aver subito una sorta di overdose musicale per cui ho praticamente quasi smesso di ascoltare musica, la solita musica. Sentivo che dovevo cercare qualcosa di diverso e decisi di tuffarmi nel Jazz. Per qualche anno le note improvvisate delle band afroamericane e gli swing delle orchestre hanno invaso i miei spazi. Completamente. Miles Davis, John Coltrane, Art Pepper, Herbie Hancock, Duke Ellington, Charlie Parker, Dizzy Gillespie, Oscar Peterson, Art Blakey, Michel Petrucciani, Charles Mingus, impossibile citarli tutti.  Sono riuscito solo in seguito, dopo svariati anni, pian piano a riascoltare i vecchi vinili ma ormai i miei gusti musicali erano trasformati. Adesso ascolto praticamente di tutto e cerco sempre di aprire le porte a nuovi orizzonti musicali ma credo che senza la parentesi zappiana tutto questo non sarebbe stato lo stesso.

Grazie Frank.